Millennium (Prima Stagione)

Chris Carter è, come molti già sapranno, il creatore di una delle serie televisive più famose al mondo, The X-Files, di cui aspettiamo l’imminente nuova miniserie. Dopo aver dedicato quattro stagioni alle indagini di Mulder e Scully, Carter decide di staccare gli occhi dal cielo stellato e tornare sulla Terra per proporre agli spettatori una nuova serie.

Mantenendo l’impianto narrativo del caso-della-settimana, Carter decide di spostare l’attenzione su temi più maturi, più adatti ad un pubblico dallo stomaco forte: nasce l’idea di Millennium, la cui prima stagione è andata in onda a cavallo tra il 1996 e il 1997.

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The End of the Century (1996-1997)

Frank Black (Lance Henriksen) è un ex agente dell’FBI che decide di trasferirsi a Seattle, in una grande casa dipinta di giallo insieme alla moglie Catherine (Megan Gallagher), alla figlioletta Jordan (Brittany Tiplady) e al nuovo cane.

Frank è un consulente esterno presso un’organizzazione conosciuta come Millennium Group, un misterioso gruppo di ex-agenti di polizia che si offre di assistere le autorità statunitensi in casi complessi. Frank è uno dei collaboratori più promettenti del Millennium Group a causa del suo dono: egli è in grado di vedere frammenti della realtà (soprattutto i delitti) tramite gli occhi dell’assassino e in questo modo avere accesso agli abissi più profondi nella mente dei mostri che si nascondono tra di noi.

La famiglia Black
La famiglia Black

Cose che mi sono piaciute

  • Millennium è una serie che affronta molti temi interessanti. Quello che mi ha colpito di più è il confronto tra il male metafisico e il male umano. Il male esiste ed è radicato nelle persone; i serial killer a cui Frank dà la caccia sono persone, alcuni sono malati, altri hanno subito traumi nell’infanzia, c’è una spiegazione per la loro malvagità … eppure sullo sfondo delle loro azioni criminali si estende un’ombra oscura, l’idea di un male metafisico superiore il cui avvento coinciderà con un misterioso evento cataclismatico (l’Armageddon? Il millennium bug?) che avverrà proprio allo scoccare del nuovo millennio…
  • Lance Henriksen è un ottimo attore, perfetto per il ruolo del profiler di mezz’età, duro con sé stesso, inflessibile con i criminali e amorevole nei confronti della sua famiglia. Veramente buona poi l’interpretazione di Brittany Tiplady, la piccola Jordan, bravissima e convincente nonostante la giovane età (interpretazione che le valse un Young Artist Award).
  • Parlavamo delle tematiche interessanti di Millennium. Ci vengono proposte tematiche adulte raramente affrontare in tv in modo così esplicito: violenza su minori, violenze sessuali, omicidi brutali, paure religiose e apocalittiche, violenza grafica resa ancora più cruda dall’ottimo uso degli effetti speciali.
  • L’oscurità che permea la serie, dalle ambientazioni alla fotografia. L’America di Millennium è un mondo dark che mi ha ricordato atmosfere alla Seven. L’unica luce nell’oscurità è rappresentata dalla Yellow House, nido dell’amore familiare di Frank e Catherine.

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Cose che non mi sono piaciute

  • Gli episodi sono in gran parte stand-alone, ripetendo di volta in volta la formula del killer-of-the-week: come sempre alcune volte si azzecca l’episodio scritto e girato bene, altre volte invece quello fiacco e banalotto. E con ventitré episodi il rischio di annoiarsi con qualche momento filler in effetti c’è. Oltretutto veramente poco tempo è dedicato all’approfondimento dei temi della serie (non sappiamo praticamente niente del Millennium Group o di come effettivamente funzioni il dono di Frank) o allo sviluppo della trama orizzontale, quasi inconsistente.
  • I flash di Frank, frammenti di immagini spezzate sparate a tutta velocità danno abbastanza noia.
  • I personaggi ricorrenti come Peter Watts (Terry O’Quinn), Robert Bletcher (Bill Smitrovich) e Bob Giebelhouse (Stephen J. Lang) così come gli altri membri minori del Millennium Group in questa prima stagione sono poco più che comprimari o addirittura comparse. Allo stesso modo il personaggio di Catherine non serve quasi a niente, se non a telefonare a Frank nei momenti meno opportuni per chiedergli ‘ndo stai? Che stai a fa? Per cena torni? … ed è la co-protagonista.
  • I toni ultra dark, se da una parte mi sono piaciuti, dall’altra rischiano di soffocare tutta la serie. Millennium è un dramma criminale serissimo in cui non c’è assolutamente spazio per l’umorismo (ma forse è anche meglio così, considerando gli scivoloni nel ridicolo involontario di certi episodi della serie sorella).
L'Uroboro è il simbolo del Millennium Group
L’Uroboro è il simbolo del Millennium Group

Conclusioni

Millennium è una serie di culto che, nonostante tutto, è invecchiata un po’ maluccio e sente sulle spalle il peso degli anni. Non è proprio colpa sua, semplicemente noi spettatori più giovani abbiamo già avuto modo di apprezzare le generazioni più recenti di show che senza il precedente di Millennium non sarebbero potute venire alla luce (penso soprattutto a Criminal Minds) e quindi a volte il senso del già visto prende il sopravvento.

Potrebbe sembrare che i contro superino i pro, ed è abbastanza vero. Forse non ero in vena io, ma ho fatto fatica a finire tutti e ventitré gli episodi. Si tratta comunque, come ho ribadito più volte, di una serie di culto che può piacere a molti molto più di quanto è piaciuta a me: consiglio quindi, se il mio commento ha destato la vostra attenzione, di guardare solamente questi episodi qui (“Pilot”, “Sacrament”, “Walkabout”, “Lamentation, Powers, Principalities, Thrones and Dominions”, “Paper Dove”) le puntate che sviluppano la storia di Frank e del Millennium Group e che mi ricordo come gli episodi migliori. I rimanenti quattordici episodi sono divisi tra buoni momenti di televisione e episodi dimenticabili, ai quali potrete dedicarvi se vi va e avete tanto tempo libero.

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Il Viandante

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